Il santo - identificato in San Pietro per la presenza del suo attributo, la chiave, tenuta nella mano destra e per l’iscrizione in alto che recita: CB. APOS. PÉTRZ, la cui traduzione significa SAN APOSTOLO PIETRO - è raffigurato stante, con gli occhi sbarrati e fissi, mettendo in tal senso in risalto la sua natura spirituale. Nella mano sinistra, invece, egli regge un cartiglio di colore bianco contenente una formula, che tradotta rivela: TU SEI IL FIGLIO DEL DIO VIVENTE.
È chiaro che non ci troviamo di fronte a una tavola che tradizionalmente raffiguri un santo i cui tratti rimanderebbero all’ambito d’influenza bizantina, piuttosto si osserva la mano agile di un pittore, legato agli stilemi fortemente latini. Alcuni elementi – sia grafici sia stilistici – riconducono la nostra tavola a quell’area di produzione che è possibile collocare geograficamente a una zona ben circoscritta, in cui era in uso, in ambito liturgico, lo slovanico ecclesiastico, una lingua sviluppatasi a partire dal IX secolo grazie ai fratelli Metodio e Cirillo i quali la utilizzarono per poter tradurre le Sacre Scritture dalla lingua greca, dunque, un’area che abbraccia la Serbia, Croazia, Boemia, Polonia orientale nonché i principati russi.
Il dipinto è fortemente legato a tutti quegli aspetti più innovativi d’area italiana del XV secolo, come l’accenno alla profondità prospettica, rivelata da alcune timide linee di fuga che richiamano la presenza di una pavimentazione sopra la quale il santo si regge in piedi, e, in secondo piano, invece, è possibile distinguere alcune nuvole, connotandone un ambiente esterno. La spazialità apre la scena, divenendone l’elemento unificante della nostra tavola che era certamente parte di un più grande polittico, i cui pezzi erano originariamente collegati e uniti. Il ductus del nostro pittore evidenzia, inoltre, la sua influenza latina nella resa di alcuni dettagli, come l’utilizzo di piccoli colpi di pennello per rendere la morbidezza della barba, nell’uso del chiaro-scuro che risalta il panneggio voluminoso dell’apostolo tramite la definizione di ombre prodotte da una luce proveniente da sinistra.
Un artista davvero attento al dato reale e ciò è osservabile dalle vene ben costruite nella mano sinistra e una piccola ruga che solca la fronte del santo.
Si potrebbe pensare ad un’area più vicina all’Italia, come la penisola Dalmata in collegamento con la laguna veneta. Un artista, dunque che necessariamente doveva adeguarsi e conformarsi al linguaggio delle icone – come la fissità dello sguardo – ma allo stesso tempo conferendo alle sue figure tutti gli aggiornamenti del suo tempo.
Caduta di colore in basso, lungo i lati.