Legno, avorio e madreperla
H 64 cm, larghezza 34 cm, profondità 10
All'interno mosaico ligneo in scala assonometrica in legno raffigurante Madonna in trono con bambino e San Giovannino. Firmata sul retro Alessandro Monteneri di Perugia e datata 1879.
Traiamo ispirazione dalla pregressa expertise di Paolo Cesari, perito del tribunale di Ferrara, C.T.U. della Procura della Repubblica di Bologna, membro della Riunione Europea Esperti d’Arte e Antiquariato.
Alessandro Monteneri (Perugia 1832-1920), noto intarsiatore perugino, toccò esiti di grandissimo rilievo, sotto il profilo tecnico ed esecutivo, negli anni in cui lo stile neorinascimentale storicista, specie in Italia, conobbe straordinaria auge e vide protagonisti, alle esposizioni nazionali e internazionali, una folta schiera di grandi nomi: il Gatti di Faenza, i f.lli Falcini di Firenze, i Gargiullo di Napoli, il Lancetti di Siena.
Partecipò a numerose Esposizioni, tra cui quelle di Firenze (1861), Londra (1862), Vienna (1873) e Milano (1881) ed operò al Quirinale, in Vaticano e per numerose chiese di Loreto, Mantova, Perugia e Urbino.
Nel 1928 realizzò, nella Basilica di San Paolo fuori le mura a Roma, gli stalli intarsiati del coro, su disegni del Calderini.
Stimato anche valente restauratore, Monteneri raggiunse il culmine artistico con la realizzazione dello “Stipo per la Corona d’Italia”, definito il suo capolavoro, commissionatogli dal Municipio di Perugia come dono da offrirsi a Vittorio Emanuele II, oggi conservato a Firenze, presso Palazzo Pitti.
In occasione dell’Esposizione di Milano si scrisse di lui: “È artista che esce dalla folla per il suo valore, per il metodo adoperato nei suoi lavori che differisce da quello di altri artisti congeneri perché, la tarsia da esso usata non è una impiallacciatura, un rivestimento a coloritura superficiale, ma bensì una infinita quantità di pezzi di legni segati divergentemente e poi, in modo verticale insieme, riuniti con perizia e pazienza ammirabile. Il Monteneri, col suo sistema che gli procurò onori e premi alle esposizioni di Firenze, Londra, Dublino e Parigi..., oltre ad eseguire i lavori da lui stesso disegnati, riprodusse con rara perfezione quadri di sommi pittori, nei quali la fusione delle tinte imita al punto da ingannare l’opera del pennello, dando così all’arte nuovi capolavori di mosaico in legno...”.
"Alessandro Monteneri, noto intarsiatore perugino, toccò esiti di grandissimo rilievo, sotto il profilo tecnico ed esecutivo, negli anni in cui lo stile neorinascimentale storicista, specie in Italia, conobbe straordinaria auge e vide protagonisti, alle esposizioni nazionali e internazionali, una folta schiera di grandi nomi: il Gatti di Faenza, i f.lli Falcini di Firenze, i Gargiullo di Napoli, il Lancetti di Siena.
Partecipò a numerose Esposizioni, tra cui quelle di Firenze (1861), Londra (1862), Vienna (1873) e Milano (1881) ed operò al Quirinale, in Vaticano e per numerose chiese di Loreto, Mantova, Perugia e Urbino.
Nel 1928 realizzò, nella Basilica di San Paolo fuori le mura a Roma, gli stalli intarsiati del coro, su disegni del Calderini.
Stimato anche valente restauratore, Monteneri raggiunse il culmine artistico con la realizzazione dello “Stipo per la Corona d’Italia”, definito il suo capolavoro, commissionatogli dal Municipio di Perugia come dono da offrirsi a Vittorio Emanuele II, oggi conservato a Firenze, presso Palazzo Pitti.
In occasione dell’Esposizione di Milano si scrisse di lui: “È artista che esce dalla folla per il suo valore, per il metodo adoperato nei suoi lavori che differisce da quello di altri artisti congeneri perché, la tarsia da esso usata non è una impiallacciatura, un rivestimento a coloritura superficiale, ma bensì una infinita quantità di pezzi di legni segati divergentemente e poi, in modo verticale insieme, riuniti con perizia e pazienza ammirabile. Il Monteneri, col suo sistema che gli procurò onori e premi alle esposizioni di Firenze, Londra, Dublino e Parigi..., oltre ad eseguire i lavori da lui stesso disegnati, riprodusse con rara perfezione quadri di sommi pittori, nei quali la fusione delle tinte imita al punto da ingannare l’opera del pennello, dando così all’arte nuovi capolavori di mosaico in legno...”.
L’anconetta a intarsio, custodita entro la raffinata cornice a edicola coeva, posta in opera in alternanza di commesso ligneo ed eburneo, mostra un chiaro parallelo con la Pala d’altare detta di Santa Maria dei Fossi, conservata oggi a Perugia, nella Galleria Nazionale dell’Umbria.
L’abilità pittorica virtuosistica di Monteneri è riscontrabile nella riproduzione del dipinto di Perugino con la Vergine in trono, il Bambin Gesù e San Giovannino, ammirabile nella specchiatura centrale.
L’intento dell’artista, infatti, fu quello di celebrare l’arte rinascimentale umbra, partecipando con quest’opera all’Esposizione umbra, tenutasi a Perugia nel 1879."ASORstudio